venerdì 29 novembre 2013

Storia della stampante 3D: dalla carta alla plastica

Sempre più spesso sentiamo parlare di stampa 3D. Ma come è nata e come funziona questa innovazione, che potrebbe essere già rappresentare una rivoluzione in atto? Per stampa 3D intendiamo un processo di creazione di un oggetto solido tridimensionale di qualsiasi forma da un modello digitale. 

La stampa tridimensionale è ottenuta tramite un processo additivo, in cui sono fissati in diverse forme, strati di polimeri uno sull’altro, modellati da un software che ne definirà la forma finale che l’oggetto dovrà assumere.
Una delle novità della stampa 3D rispetto alle tecniche di lavorazione tradizionali quindi, è che non si basa sulla rimozione del materiale con metodi come il taglio o la foratura (che sono invece definiti processi sottrattivi).


Chuck Hull e la prima stampante 3D
Chuck Hull e la prima stampante 3D


La prima stampante 3D è stata creata nel 1983 da Chuck Hull della 3D Systems Corporation, ma è solo dall'inizio del nuovo secolo che è iniziata una significativa crescita nelle vendite di questo tipo di macchine. Lo sviluppo sempre maggiore ha fatto sì che col passare del tempo diminuisse sempre più il prezzo, tanto che adesso anche le piccole e medie imprese o uffici ne possono valutare l’acquisto e considerare questo investimento vantaggioso. 

Secondo la società di consulenza Wohlers Associates, il mercato per stampanti e servizi 3D nel 2012 valeva 2,2 miliardi di dollari in tutto il mondo, in crescita addirittura del 29% rispetto al precedente anno 2011.
È difficile stabilire quando, ma a giudicare dagli sforzi degli ultimi tempi, sappiamo che nel breve futuro queste meraviglie tecnologiche potrebbero varcare le case private. 

Il progetto RepRap, esempio più emblematico per la stampa tridimensionale in casa, è iniziato nel 2005 e da allora la ricerca continua a perfezionarsi, arrivando attualmente al terzo sviluppo. 
L’ultimo prototipo di RepRap è in grado di stampare solamente elementi in plastica. Si sta studiando come permettere alla macchina di stampare anche elementi in metallo e circuiti stampati (che consentano dunque la creazione di schede elettroniche).

I prototipi 3D del progetto RepRap hanno avuto il merito di abbattere notevolmente i costi rispetto alle sia pur più precise macchine professionali: supportate dal programma open-source, costano intorno ai 400$ e possono fabbricare oggetti intorno al costo di 0,02$ per centimetro cubo. Prezzi dunque sempre più abbordabili, che ci fanno credere che il futuro del mercato casalingo non tarderà ad arrivare.

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